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Togliatti, Palmiro

Persona

Date 1893-1964

Paese ITALIA

Altri nomi

Correnti, Mario

Ercoli, Ercole

Autore di 204 risorse

è soggetto di 86 risorse

1893-1964 // Politico, segretario del PCI e del Komintern. Fu redattore capo di "Ordine Nuovo", membro della Costituente, fu eletto deputato nel 1948 e ricoprì numerosi incarichi istituzionali. Nato a Genova e morto a Yalta.

Nascita 26-03-1893 Morte 21-08-1964

Palmiro Michele Nicola Togliatti (Genova, 26 marzo 1893 – Jalta, 21 agosto 1964) è stato un politico, giornalista ed economista italiano, tra i più influenti e popolari dirigenti comunisti mondiali, che guidò il Partito Comunista d'Italia dagli anni '20 agli anni '60, quando morì per un'emorragia cerebrale all'età di 71 anni. [...]

Fonti

Enciclopedia italiana di scienze lettere ed arti. Roma, Istituto della Enciclopedia italiana. 1929-

Indice biografico italiano a cura di Tommaso Nappo. 3. E dizione. Munchen, K. G. Saur, 2002

Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, 1853-1943, a cura di Franco Andreucci, Tommaso Detti, Roma, Editori riuniti, 1975-1979.

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      Scheda dati autore

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    sigla: IBI 3. ed.
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    === LEGAMI Rinvio/Vedi anche ===
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    RifWiki: http://it.wikipedia.org/wiki/Palmiro_Togliatti
    Descrizione: Palmiro Michele Nicola Togliatti (Genova, 26 marzo 1893 – Jalta, 21 agosto 1964) è stato un politico, giornalista ed economista italiano, tra i più influenti e popolari dirigenti comunisti mondiali, che guidò il Partito Comunista d'Italia dagli anni '20 agli anni '60, quando morì per un'emorragia cerebrale all'età di 71 anni. Nel 1930 prese la cittadinanza sovietica, e più tardi in quel Paese ebbe una città nominata in suo onore: Togliatti. Membro fondatore del Partito Comunista d'Italia nel 1921, ne fu segretario e capo indiscusso dal 1927 fino al 1964, con un'interruzione dal 1934 al 1938, durante il quale fu il rappresentante all'interno del Comintern (per le sue capacità di mediatore fra le varie anime del partito fu chiamato il «giurista del Comintern», appellativo attribuitogli da Lev Trotskij), l'organizzazione internazionale dei partiti comunisti d'osservanza moscovita. Anche di questo organismo Togliatti fu uno degli esponenti più rappresentativi e, dopo che esso fu sciolto nel 1943 e sostituito dal Cominform nel 1947, rifiutò la carica di segretario generale, offertagli direttamente da Stalin nel 1951, preferendo restare al comando del partito in Italia e cominciando a nutrire dei dubbi sulla politica del leader sovietico, fatto che gli farà approvare in pieno la linea di Nikita Chruščëv al XX congresso del PCUS (1956). Ministro senza portafoglio negli esecutivi Badoglio II e Bonomi II, dal 1944 al 1945 ricoprì la carica di vicepresidente del Consiglio e poi, dal 1945 al 1946, quella di ministro di grazia e giustizia, nei governi di coalizione che ressero l'Italia dopo la caduta del fascismo. Membro dell'Assemblea Costituente, dalla primavera del 1947 guidò il partito all'opposizione rispetto ai vari governi che si succedettero sotto la guida della Democrazia Cristiana, che conquistò un successo storico alle elezioni del 18 aprile 1948. Dopo anni di ortodossia stalinista, Togliatti escogitò la "via italiana al socialismo", cioè la realizzazione del progetto comunista tramite la democrazia, ripudiando l'uso della violenza e applicando la Costituzione italiana in ogni sua parte. Sopravvissuto a un attentato nel luglio 1948, egli morì nel 1964, durante una vacanza in Crimea sul Mar Nero, nell'allora Unione Sovietica.
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