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Il quartetto degli architetti triestini Romano Boico (1910-1985), Aldo Cervi (1901-1972), Vittorio Frandoli (1902-1978) e Umberto Nordio (1891-1971) si contraddistinse nel secondo dopoguerra come uno dei maggiori protagonisti nel campo del design e della progettazione di interni navali.
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Gli anni subito dopo la fine della guerra furono contrassegnati da uno slancio vitale, teso alla rinascita della Marina Mercantile Italiana e dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico, che avevano subito pesanti distruzioni durante la guerra, ma che negli anni Trenta si erano distinti a livello internazionale per la costruzione di splendide motonavi. A questa rinascita prese parte con una posizione di assoluto rilievo il quartetto triestino: capeggiato dal più anziano Umberto Nordio, che mise a disposizione la sua esperienza e il suo prestigio, il gruppo unì il comune interesse verso l’architettura razionalista al rigore tecnico che contraddistinse l’operato di Aldo Cervi, alla conoscenza dei materiali che veniva a Vittorio Frandoli dall’esperienza pratica della ditta di falegnameria fondata dal In mostra si analizzano con il supporto di foto d’epoca, studi, progetti esecutivi, bozzetti gli interventi del quartetto realizzati sul Conte Biancamano (1949), sulle motonavi Australia (1951), Neptunia (1951), Augustus (1952), Africa (1953) e Asia (1953), per finire con l’Homeric (1955), che vide la collaborazione dei soli Boico e Cervi.
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