biblioest, Università degli Studi di Trieste e delle provincie del Friuli Venezia Giulia, Sebina, biblioteca, opac, catalogo biblioteca, Friuli, Regione Friuli, biblioteche del Friuli Venezia Giulia, Catalogo biblioteca, Prestito libri, prestito ebook, reteindaco
Durante la seconda guerra mondiale la città di Trieste subì una ventina di incursioni aeree. La più cruenta, per aver causato il maggior numero di vittime, fu quella del 10 giugno 1944. Il bombardamento fu devastante: 463 morti, un migliaio di feriti di cui 701 ricoverati negli ospedali. I danni alle abitazioni furono pesanti: 100 case distrutte e 300 gravemente danneggiate.
[...]
Da quel giorno, dopo quattro anni di guerra, iniziò per la città un calvario di morte e rovina. Fu allora che s'infranse il sogno dei triestini: che la città di Trieste non sarebbe mai stata bombardata. Questa convinzione era nata dalla fantasia popolare ma aveva trovato sempre più credito man mano che passavano gli anni difatti la città, sino ad allora, non aveva subito nessun bombardamento aereo. Convinzione che era ben radicata nonostante ci furono dei segni premonitori quali il bombardamento del 31 gennaio '44 che colpì la Raffineria Aquila e il deposito di Oli minerali Standard di San Sabba ed il luttuoso bombardamento di Opicina del 20 aprile '44 che causò 42 vittime e circa 100 feriti. Cosa era successo? Nel 1943 gli aerei alleati avevano posto le loro basi in Puglia e da li partivano risalendo il mare Adriatico per recarsi a bombardare le città del Nord Italia, quelle dell'Austria e della Germania. Ogni giorno gli aerei passavano sopra la città di Trieste. La città non era ancora un bersaglio da colpire. Il "gioco" preferito da grandi e piccini era, al passaggio di queste formazioni, la "conta" degli aerei. Volavano sempre alto nel cielo. Il giorno 10 giugno '44 volavano basso e ... non proseguivano. Era un sabato mattina, una splendida giornata di sole. Volavano sopra il cielo e sganciavano il loro carico di morte. Gli obiettivi erano: la Raffineria Aquila, il deposito di oli minerali della Standard di San Sabba, le infrastrutture portuali, gli snodi ferroviari della Meridionale e del Porto nuovo. Non tutte le bombe colpirono l'obiettivo, il tratto della linea ferroviaria della Meridionale che passa presso la via S. Marco - via Ponziana non venne centrato e sopra San Giacomo cadderò 28 bombe. Lo stesso avvenne per il tratto ferroviario che passa presso la zona delle Campanelle, dove in strada di Fiume e alla Maddalena caddero 36 bombe. Altri probabili obiettivi erano: - Il palazzo del Tribunale dove si trovava la sede amministrativa della Zona di Operazioni Litorale Adriatico (vi caddero 15 bombe che colpirono la via C. Battisti e San Francesco). - Zona delle Caserme e la via Rossetti (dove abitava Rainer) furono colpite la chiesa della Madonna delle Grazie ed altre ville poste in via dei Porta, furono colpiti il Pastificio Triestino e le case di viale d'Annunzio e di piazza Foraggi. Nella zona caddero 50 bombe forse destinate alle caserme di via Rossetti. - La zona della Stazione centrale e del Porto Vecchio (vi caddero 20 bombe). Gli aerei ritornarono poi il 26 giugno e quindi ancora il 6, 13, 19 e 26 luglio. Una terribile incursione aerea fu quella del 10 settembre, pure questa causò morti e feriti. Bombardamenti ci furono poi il 4, 11, 15 e 23 ottobre, quest'ultimo, molto cruento, causò 73 vittime e distrusse una cinquantina di case. In questo caso l'obiettivo principale era il Porto nuovo con le sue infrastrutture ma questo non impedì di colpire la zona di San Vito e di San Giacomo. Il giorno 7 dicembre un aereo di ritorno dalla Germania non aveva sganciato il suo carico di morte, quella notte lo fece sulla città di Trieste, le sue bombe colpirono la zona tra Piazza del Perugino - Via Molino a Vento, alcune bombe caddero pure in Viale Terza Armata, questa incursione causò 13 vittime. Fu l'ultimo bombardamento dell'anno 1944. Nel 1945 il primo mese fu relativamente tranquillo, suonava l'allarme e la gente correva a ripararsi nei ricoveri antiaerei. Nel mese di febbraio ci furono tre incursioni che colpirono duramente la città e la popolazione civile. La prima avvenne il 7 febbraio e causò oltre cinquanta vittime, poi gli aer ritornarono il 17, 20 e 21 febbraio. Nel totale le vittime dei bombardamenti a Trieste furono circa 700, poche se raffrontiamo il solo dato numerico, difatti altre città d'Italia ebbero migliaia di morti. Il limitato numero di vittime, rispetto alla devastazione della città, la dobbiamo al fatto che il Comune di Trieste aveva approntato nel sottosuolo della città, oltre alle gallerie viarie Sandrinelli e San Vito, ben 17 ricoveri antiaerei pubblici in galleria che permisero di riparare la maggior parte dei triestini.