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Le Case del soldato furono istituite sia al fronte, sia in tutta Italia con il contributo determinante dei cappellani militari e preti-soldato e, nel paese, del laicato cattolico. Crebbero costantemente nel numero e nella qualità e quantità dei servizi offerti ai combattenti.
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Lo scopo di questa grande convergenza di sforzi, cui parteciparono anche organizzazioni straniere, fu la gestione del tempo libero dei soldati, per riaffermare i valori religiosi e patriottici in un ambiente “sicuro”, che tenesse i combattenti al riparo da alcool, sesso e socialismo, cercando di evitare che la stanchezza e l’orrore del massacro potesse condurli al rifiuto della guerra. Prefazione di Emilio Franzina.