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Dall'incontro, nel gennaio 2015, per ricordare il settantesimo anniversario dalla tragica scomparsa, a Biberach, del pittore Arturo Nathan (1891-1944) nasce questo libro, grazie a una sottoscrizione con gli auspici dell'Associazione Triestina Amici dei Musei "Marcello Mascherini" e nel ricordo di Giuliano Luser e Fausto Sussan.
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Riflettere su Nathan vuol dire discutere del Novecento italiano, il migliore: Giorgio De Chirico, Carlo Carrà, Valori Plastici, la Metafisica e il Realismo magico. Significa, anche, tornare nella Trieste degli anni Venti e Trenta, l'ex Porto-Franco di un Impero inghiottito dalla Prima Guerra Mondiale, nell'ambiente delle mostre sindacali, delle Biennali veneziane, delle Quadriennali a Roma, del dibattito critico su giornali e riviste. Arturo Nathan fu uno dei protagonisti di quel mondo, dal quale fu escluso per l'appartenenza ebraica nel 1938. Sono numerosi e bellissimi i disegni che Nathan realizzò durante gli anni marchigiani di soggiorno coatto: i materiali per lavorare erano procurati, con mille difficoltà, da Carlo Sbisà (1899-1964), l'amico e collega di una vita. Testimonianza di quella stagione sono le cinquantaquattro lettere e le due cartoline che Nathan indirizzò a Sbisà: una serie di notevoli documenti, mai indagata in modo completo e autonomo. La trascrizione scientifica e lo studio critico di questo materiale sono, con i saggi introduttivi, uno strumento scientifico rilevante.